Si può essere dei calciatori professionisti e al tempo stesso continuare gli studi per diventare "dottori"? Lamberto Boranga, storico portiere "volante" degli anni '70 - appena tornato in campo, a “75 anni” con la Marottese - dall'alto della sua laurea in Medicina, conseguita proprio mentre era un n.1 in Serie A, vi risponderà di «sì». Ma nel calcio d'oggi, ipermediatico, frenetico, tritatutto, sembrerebbe che giocare e studiare sia proprio un'impresa titanica, da fuoriclasse. Perciò chapeau all'avvocato Fabio Pecchia, dottore in Legge e mister a tempo pieno dell'Hellas Verona per essersi laureato nell'era della pay tv. Standing ovation per il baluardo difensivo della Juventus Giorgio Chiellini, dottore in Economia e Commercio (109 conseguito all'Università di Torino). Ma questi sono tempi in cui un presunto asso tra i pali come Gigio Donnarumma la scorsa estate in attesa di firmare un contratto milionario con il Milan preferì fare le vacanze a Ibiza piuttosto che presentarsi all'esame di maturità. Invece, un suo coetaneo e collega, il centrocampista dello Spezia Giulio Maggiore, pur di diplomarsi ha rinunciato alla convocazione ai Mondiali Under 20, motivazione? «Avevo paura di perdere l'anno… e poi voglio laurearmi». Maggiore a vent'anni ha capito che la vita, a differenza del calcio, spesso non concede il secondo tempo, e tanto meno i supplementari.