Marta Basso è una ragazza di Vicenza che ha sviluppato un suo mondo di relazioni sul social Linkedin, dove spesso pubblica (in gergo si dice "postare") alcune videoriflessioni dedicate ai «cari ragazzi e ragazze», ossia ai millennials. E molto spesso parla di rapporto intergenerazionale, quello che nella gestione di questa fase difficile sembra scomparso. Poco più che ventenne, lei si immedesima naturalmente con i bisogni di una generazione che sembra tagliata fuori dalle decisioni, parcheggiata in un lockdown forzoso che potrebbe minare la risorsa più importante di una persona: la speranza, e dunque la sua visione del futuro. Marta ha fatto anche la scuola da sommelier, che è un ottimo esercizio per capire quanto la conoscenza sia frutto di elementi sopiti che abbiamo dentro di noi, come l'olfatto per esempio, e che sono capaci di raccontare tante cose a chi li sa ascoltare. Mi ha colpito il suo eclettismo e l'insistenza con cui consiglia di guardarsi dentro, perché ogni persona è bellissima ma soprattutto perché può diventare competente nella misura in cui è capace di tenere una relazione che può avere un impatto sul mondo. Ora, qui non si tratta di ripetere quanto sia vantaggioso essere giovani, quanto di pensare che tutti quelli che si approcciano al mondo adulto – che vuol dire lavoro, errore, successo, carriera, famiglia – hanno comunque delle risorse che non si possono far implodere: devono esprimersi. Il titolo del libro del Papa appena uscito, «Ritorniamo a sognare. La strada verso un futuro migliore», è pertanto un auspicio che va in questa direzione, ma soprattutto mira dritto alla relazione, perché è evidente che «nessuno può salvarsi da solo». Di quale relazione parliamo però, se proprio il lockdown plumbeo di novembre l'ha inibita? Non è certo la spesa compulsiva che domenica scorsa si è vista a Milano e Torino la risposta, evidentemente, perché nelle nostre azioni – proprio perché non ci si salva da soli – occorre tener conto di tutto e di tutti. Certo, dopo aver intercettato Marta su un social, oppure dopo aver impiegato del tempo a conoscere gli artigiani che quest'anno si sono messi in mostra in un'edizione virtuale della manifestazione pre-natalizia milanese «Artigiano in Fiera», si comprende che non sempre la realtà è tutta nera o tutta bianca. È possibile invece una relazione, un dialogo, una riflessione, un tentativo di cercarsi anche attraverso mezzi che prima mai avremmo preso in considerazione. L'appello di oggi è dunque quello di non scartare nulla affinché le nostre giornate siano vive di queste relazioni. Ma c'è un appello anche al governo, che non potrà parcheggiare a lungo i millennials: se infatti non favorisce una certa inclusione dei giovani anche nelle decisioni più drastiche, ci si ritroverà in un clima di depressione generale che di sicuro non vogliamo, e nemmeno ci possiamo permettere.