I miei pasti con la Peg E il sapore che manca
Ho detto cibo, ma è una parola grossa. Nutrizione è più appropriato. Anche perché, saltando la bocca e quindi anche la lingua, non ho idea di che sapore abbia. Sulla confezione c'è scritto “gusto vaniglia”, ma a parte un vago odore, per il resto devo fidarmi. È una sorta di latte denso, ne assumo un litro al giorno, e sì, se a qualcuno interessa, il gusto – quella sensazione unica che ti fa dire “quanto è buono”, oppure il contrario – mi manca in modo pazzesco. Un'assenza che il periodo festivo ha accentuato in maniera esponenziale, e francamente in tutta questa nuova situazione che sto vivendo da un mese è la cosa che al momento mi pesa di più.
Va detto che la potrei ancora mangiare normalmente, ma su questo ci sono due scuole di pensiero. Da una parte ci sono io, che sostengo che, riuscendo ancora a deglutire in maniera soddisfacente, per lo meno alcune cose, potrei concedermi qualche stravizio, visto che comunque l'essenziale lo prendo attraverso la Peg. Dall'altra parte il resto del mondo, secondo il quale continuare a mangiare anche in maniera normale costituirebbe un rischio inutile, e non ne vale la pena. Sul fatto che non ne valga la pena, avendo spesso visioni di lasagne e carbonare, ho i miei dubbi, ma comprendo sia i miei medici che, ancor di più, chi mi vuole bene. Così ogni tanto ci riprovo, ma senza troppa convinzione. E non vado oltre uno yogurt, e un po' di sorbetto ogni tanto. Poi, lo so, verrà il momento di dire basta a tutto. Spero il più tardi possibile.
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