I miei cerchi «magici»: zero potere tutto cuore
Al cerchio successivo gli amici e le amiche, di vecchia data o di più recente acquisizione. Alcuni vicini, altri sparsi qua e là tra Italia, Gran Bretagna, Germania, Svizzera, Francia, e altri ancora fino alla Nuova Zelanda. Chi può mi viene a trovare, chi non può mi scrive – e mi dice di non preoccuparmi di rispondere, cosa che comunque cerco sempre di fare anche se con grande ritardo – ma tutti insieme in un modo o nell'altro di sicuro non mi fanno sentire dimenticato. Infine, all'ultimo cerchio, ultimo a formarsi in ordine di tempo, le sei persone della cooperativa sociale che da qualche mese, per qualche ora alla settimana, mi fanno assistenza. E forse non dovrei neppure considerarle in questa sorta di elenco degli affetti, che in fondo il loro è "solo" un lavoro. Ma so riconoscere chi ha consapevolezza del lavoro che fa. E loro ce l'hanno, tutti.
Ecco, questo è il mio "cerchio magico", anzi i miei. Concentrici, e tutti collegati tra loro così da non mollarmi mai. Non c'è nessun potere da spartire, né da gestire né da ostentare. Niente di tutto questo. E io, che mi sento come un sasso che la Sla ha tirato in mezzo al mare, so molto bene che affonderò, ma questi cerchi mi tengono stretto, sono le mie ciambelle di salvataggio. E non è solo galleggiare, è vivere.
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