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I mezzi agricoli volano all'estero

Andrea Zaghi sabato 22 giugno 2013
Corre ancora l'industria italiana delle macchine per l'agricoltura e il movimento terra. Lo dicono i numeri, anche se continuano ad esserci difficoltà sui mercati interni. Ma in un periodo di crisi come quello che il resto della produzione industriale sta attraversando, i risultati del comparto costituiscono un buon segno. A fare il punto della situazione ci ha pensato la FederUnacoma (la federazione nazionale dei costruttori di macchine agricole), che a Castel Maggiore (Bologna) ha appena celebrato la sua assemblea annuale in cui è stato confermato presidente Massimo Goldoni.L'intero comparto, insieme alla componentistica, nel 2012 ha fatto registrare un incremento di produzione complessivo del 3,5%, che si aggiunge alla crescita consistente del 2011 (+9%). Percentuali che significano miliardi di fatturato e migliaia di posti di lavoro, e che è importante analizzare più nel dettaglio. A iniziare dalle trattrici - mezzi agricoli per eccellenza, quelli che in qualche modo danno il segno della vitalità del settore - delle quali si sono prodotte nello scorso anno 71mila unità (+4,5%), per un valore di 2,33 miliardi di euro (+4,7% rispetto al valore dell'anno precedente). La crescita poi ha interessato anche le altre tipologie di mezzi agricoli: 630mila tonnellate complessive (+1,5% sul 2011) per un valore di 4,5 miliardi di euro (+2,4% sul 2011). Aggiungendo le trattrici incomplete e i ricambi, si arriva ad un valore prodotto di oltre 7,5 miliardi di euro. Una situazione molto simile a quella del comparto dei macchinari destinati al "movimento terra", con una produzione pari a 394mila tonnellate (+2,3% rispetto al 2011) per un valore di 2,57 miliardi di euro (+4,5% sul 2011).Numeri importanti, quindi, che nascono però in maniera distorta. «L'aumento della produzione - spiegano proprio i tecnici di FederUnacoma -, è dovuto unicamente al buon andamento delle esportazioni, che chiudono il 2012 con un incremento di quasi il 7% in valore per le trattrici e del 7,9% per le altre macchine agricole». Diversa, e molto, la situazione del mercato interno che ha chiuso l'anno con un -10%. Addirittura il numero di immatricolazioni di trattrici nuove è sceso sotto le 20mila unità: il peggior risultato storico dal 1953.Insomma, se da una parte l'eccellenza e la capacità produttiva nazionale in fatto di macchine agricole sono due tratti riconosciuti in tutto il mondo, dall'altra la stagnazione del commercio nostrano continua a farsi sentire e a pesare sui conti del settore. Ed è proprio la divaricazione dei due mercati - quello estero e quello interno - che preoccupa le imprese. Ad allarmare anche le rilevazioni dei primi mesi dell'anno - praticamente tutte con pesanti segni meno (anche oltre il 20%), eccetto quelle relative alle mietitrebbiatrici -, ancora più tenendo conto che l'andamento negativo del mercato nazionale dura ormai da oltre cinque anni, e che difficilmente potrà mutare nel corso del 2013.