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I lefebvriani e Internet: dal superiore parole severe

Guido Mocellin domenica 14 ottobre 2018
Titolando il resoconto di Iacopo Scaramuzzi in merito ad alcune dichiarazioni rese da don Davide Pagliarani, neo-superiore della Fraternità sacerdotale San Pio X, "Vatican Insider" ( tinyurl.com/yb6cujb2 ) ha attratto l'attenzione anche su un suo severo giudizio a proposito dei «moderni mezzi di comunicazione», ma non si pensi a una forzatura. Nella lunga "intervista" ufficiale ( tinyurl.com/yd2fjdk9 ) diffusa l'11-12 ottobre dai siti dell'istituto fondato da monsignor Lefebvre, il superiore Pagliarani dedica ai media, con esplicito riferimento alla Rete e a come farne o non farne uso, due delle dieci risposte che dà, e se la prima è una battuta, la seconda è ampia e argomentata, nonché inserita in un contesto quantomai cruciale: le relazioni tra la Fraternità e Roma. «Meno saremo connessi a Internet e più ritroveremo la serenità della mente... Meno saremo davanti a uno schermo, più saremo capaci di effettuare una valutazione oggettiva». Ciò che lo preoccupa è che la comunicazione, oggi, ci rende «precipitosi nei giudizi», così da farci improvvisare un commento «definitivo» in pochi minuti pur di «metterlo online», ma senza avvederci dell'«ansia» che questo modo di comunicare genera, e che a sua volta «condiziona la ricezione dell'informazione». Un'analisi che, se non è solo il frutto di un pregiudizio "apocalittico" (il superiore dice di detestare irrimediabilmente «tutti i mezzi elettronici, senza eccezione e senza possibilità di cambiare opinione»), va considerata con attenzione: tanto nel vasto mare dei siti, blog e social network che alimentano la comunicazione ecclesiale, quanto nel ristretto e procelloso arcipelago antimoderno (del quale l'isola lefebvriana è parte, per quanto "al largo" delle altre). Pur constatando che per diffondere le sue dichiarazioni anche don Pagliarani si è dovuto affidare al detestato «mezzo elettronico».