Sui colli del Tuscolo nel 1580 Antonio Carafa, cardinale diacono di S. Maria in via Lata, si era costruito una Villa «per attingere nella tranquillità, ai celesti nutrimenti dello spirito» come descrive papa Gregorio XIII in una sua lettera. La Villa è splendida e di grande interesse anche la decorazione pittorica che riempie di vita e di colori i soffitti dei saloni del piano nobile. Non si conoscono i nomi dei primi pittori che certamente facevano parte del mondo artistico del '600, ma resta lo splendore degli affreschi che hanno saputo difendersi dalla crudeltà del tempo che nei secoli non ha risparmiato la poca cura e l'abbandono. Ed è proprio sotto questi cieli dove piccoli genietti trasportano fiori tra pavoni, civette e tralci di vite che si chiude la terza del corso di formazione politica, organizzato dalla Fondazione Da Gasperi e dal Martens Center for European Studies di Bruxelles. La settimana scorsa 70 ragazzi venuti da tre paesi europei: Italia, Romania e Belgio hanno seguito con interesse le lezioni e le esperienze promosse da studiosi, giudici, giornalisti, professori di storia e di sociologia, di scienze politiche e del presidente dell'Assemblea parlamentare della Nato. Il titolo di questo incontro di studi era “Now or never”, un'occasione storica per cambiare l'Europa. Questo nella convinzione che solo con il rafforzare quel senso di appartenenza al progetto europeo sarà possibile consolidare le istituzioni che in questo momento sembrano aver perduto il loro interesse dopo le decisioni iniziali. La scuola di formazione politica della Fondazione De Gasperi cerca di fare tesoro delle esperienze del passato nel proporre ai giovani di oggi di riprendere i valori che avevano ispirato i padri fondatori d'Europa e ridare forza e nuovo slancio creativo alle istituzioni comuni. Ad esempio l'antica proposta di una Comunità di Difesa lanciata negli anni Cinquanta e poi abbandonata dal parlamento di Parigi. Si è offerto in queste lezioni la visione di una possibile ed unica strada perché la via dall'unità resti viva nella politica e nella prospettiva aperta ai giovani per una azione europea responsabile e solidale. Sono arrivata l'ultima sera delle riunioni a salutare e a rispondere alle domande che i giovani studenti desideravano fare ad un testimone come me che ha avuto la fortuna di stringere la mano ed ascoltare la voce dei padri d'Europa. Forse i ragazzi avrebbero continuato per qualche tempo ancora, ma la notte era già avanzata e i piccoli angeli della galleria che stavano in bilico sulle cornici delle porte sembravano dire che era l'ora di andare.