L'ultimo caso è quello di pochi giorni fa, accaduto a Lentini nella Piana di Catania. Sorpresi a rubare arance e presi a fucilate. Due morti, uno aveva appena 19 anni. Cronaca nera agricola che si potrebbe pensare d'altri tempi e che, invece, è attualissima. Così come lo è il lungo elenco di fatti e misfatti che caratterizza l'agroalimentare di casa nostra. Perché sì, al tempo dell'agricoltura 4.0 e delle bontà a denominazione d'origine, nelle campagne la criminalità spesso è il primo problema. Gli agricoltori – ha sottolineato la Coldiretti proprio in occasione del duplice omicidio di Lentini – sono vittime di ogni genere di furti, dai prodotti agricoli alle attrezzature fino agli animali. Senza contare il giro d'affari legato ai falsi prodotti alimentari italiani che girano il mondo. Ma, stando a casa nostra, quello della criminalità nelle campagne è un fenomeno che preoccupa sempre di più e che, dicono proprio i coltivatori, «colpisce e indebolisce il settore oltre che mettere a rischio la salute dei cittadini con l'immissione sul mercato di prodotti non controllati o frutto della macellazione clandestina senza le necessarie garanzie sanitarie». E non si tratta più ladri di polli, ma gente esperta e senza scrupoli. Tanto che, stando ai rappresentanti dei coltivatori, «la paura dilaga nei campi dove ci si sta organizzando con ronde e servizi di vigilanza notturni, ma con il ripetersi di questi fenomeni molti imprenditori si stanno scoraggiando e addirittura non denunciano più le razzie». Lasciando da parte il giro d'affari (miliardario) dei falsi prodotti agroalimentari italiani e quanto collegato alla distribuzione e ristorazione, quello della criminalità nelle campagne pare sia ormai arrivato a circa 300 milioni di euro. Si va dai furti di arance a quelli di olive, ma pare che siano colpite anche produzioni particolari come le mimose, senza dimenticare gli ortaggi e l'abigeato. Così, oltre all'attività di sorveglianza fa da te e a quella delle forze dell'ordine, a tentare di dare una mano agli imprenditori agricoli da qualche tempo ci sono anche le tecnologie più sofisticate come quelle collegate ai sistemi di geolocalizzazione. Tutto serve, viene spiegato dagli agricoltori stessi, per superare l'isolamento delle aziende agricole. Rimane il dato di fondo: uno dei comparti che più di altri rappresentano ormai il meglio della sapienza produttiva italiana, quello che (con la moda), porta in giro per il mondo il buon nome del Paese, deve fare i conti con le ruberie di bestiame e di macchine.