I COLORI DEL SILENZIO
di aggiungere molto su questo tema che abbiamo spesso affrontato e che è tanto emarginato nel tempo in cui viviamo, segnato da un eccesso di chiacchiera, rumore e fatuità esteriore. Vorrei, invece, porre l'accento sui «colori» del silenzio che il santo riesce a far brillare. C'è innanzitutto la mitezza che emerge dal tacere le risposte acri, sarcastiche, vendicative. C'è la pazienza che affiora dal reprimere il lamento emesso per ottenere comprensione e per diventare il centro dell'attenzione dell'altro. Soffrire in silenzio è affidare solo a Dio il proprio dolore sapendo che egli «le nostre lacrime nell'otre suo raccoglie, scrivendole poi nel suo libro» (Salmo 56, 9). Il silenzio è anche il grembo dell'umiltà perché il prepotente ha sempre una parola in più degli altri e il superbo fa rimbombare la sua voce in modo stentoreo così che essa domini e riveli la grandezza di chi la emette. E, infine, la fede è silenziosa perché è intimità con Dio. Ed è bellissima la frase, di sapore paolino (leggi Galati 4, 9), con cui Giovanni della Croce
conclude la sua lode del silenzio: «Ci basta essere conosciuti da Dio!».