I classici greci, lontani dai giovani ma decisivi per capire l'uomo
Quest'anno il tema che verrà richiesto per la licenza liceale sarà il greco. Niente di più lontano dalla vita dei giovani di oggi sollecitati ogni giorno dalle nuove leggi scientifiche che governeranno la loro vita, dalle situazioni internazionali dove, al contrario, sembra che gli esseri umani cerchino soluzioni ai propri interessi solo attraverso l'opera delle armi. Non è sufficiente comprendere la bellezza dell'epoca greca facendone la traduzione degli antichi testi nelle nostre lingue moderne quasi a tradirne l'armonia e ad allontanarne i tempi. Tutto all'epoca aveva dato vita a uomini di grande immaginazione, capaci di un mondo interiore in grado di essere luce per generazioni. Eschillo, Sofocle, Tucidite, Euripide. Nomi che mi ricordano quei volumi di modesta fattura, che leggeva mio padre in lingua originale, quando voleva riposare dopo una giornata di tensioni politiche. Forse ci sono mancate le ragioni che aveva Capuccetto Rosso di andare a trovare la nonna nel bosco, ma come era interessante a sette anni conoscere l'esistenza della giustizia, la ricerca della verità, il conforto della vera amicizia, e l'immaginazione di un mondo dove la pace e l'amore del vicino fossero, anche nell'aldilà, motivo di gioia.
Possiamo trovare descritto De Gasperi come, uomo politico di capacità, uomo di fede, combattente per la libertà dei popoli sulla via del progresso e dell'auto-determinazione. Ma nella nostra casa egli era amato per la dolcezza della sua anima, per la profondità del suo spirito, della sua bontà profonda e infine, della cura che metteva nel far crescere le sue figlie nella verità. Tutto con pazienza e tolleranza. Quando alla sera si chiudeva la porta, i pensieri e i problemi più duri restavano fuori, sul «girascale» si diceva. Papà era finalmente solo per noi. Poi andavamo a dormire e lui finalmente poteva passare un pò di tempo in compagnia di Platone, Aristotele e gli altri.