Il “Video del Papa” di aprile 2024 è intitolato «Per il ruolo delle donne». Come ogni mese, il sito di “Avvenire” (
bit.ly/4aNU0C9) lo ha tempestivamente condiviso e presentato. In questa rubrica ho seguito da vicino “The Pope Video” sin dalla loro nascita, nel 2016. Essi rappresentano l’evoluzione digitale dell’Apostolato della preghiera: sono filmati creati per circolare sul web e a questo fine sono realizzati dalla nuova “Rete mondiale di preghiera del Papa”, affidata alla Compagnia di Gesù, diretta dal gesuita padre Frédéric Fornos e nel 2020 eretta a fondazione pontificia. L’intento è di «mobilitare i cattolici attraverso la preghiera e l’azione di fronte alle sfide dell’umanità e della missione della Chiesa», spiega il sito (
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bit.ly/49xjouY). I video durano circa 90 secondi e sono prodotti professionali; in essi è solamente Francesco a parlare, dal suo studio, illustrando l’intenzione proposta di mese in mese, mentre nelle immagini la sua figura si alterna con inserti pertinenti. A tutt’oggi i “video del Papa” hanno ottenuto 222 milioni di visualizzazioni solo nelle reti vaticane (media aritmetica: ben oltre 2 milioni per ciascuno di essi): una performance notevole nella variegatissima infosfera ecclesiale.
La scelta dei temi
I temi di queste intenzioni di preghiera «sono frutto di un lungo processo di discernimento» nelle Chiese locali e nelle istituzioni della Santa Sede. Quello della donna è già stato scelto altre quattro volte. Nel maggio del 2016 il titolo era “Le donne nella società”; nell’ottobre 2020 si parlava di “Donne in posti di responsabilità nella Chiesa”; nel febbraio 2021 l’oggetto erano le “Donne vittime di violenza” e nel febbraio 2022 l’attenzione era su “Le religiose e le consacrate”. Troviamo dunque riflessa quell’alternanza tra «sfide dell’umanità» e «missione della Chiesa» che, come si è visto sopra, è programmatica per tutto il progetto. Ma la scelta papale di comunicare attraverso degli «audiovisivi» suggerisce di considerare con attenzione anche le immagini che i loro autori hanno scelto per sostenere le parole di Francesco, testi originali che in genere riflettono e/o sintetizzano altri pronunciamenti magisteriali. Mi pare che in ciò gli autori si siano espressi meglio quando hanno illustrato i temi extraecclesiali.
Tra parole e immagini
Nel primo dei due “video del papa” dedicati alla donna nella Chiesa, quello del 2020, l’intenzione recita: «Preghiamo affinché, in virtù del Battesimo, i fedeli laici, specialmente le donne, partecipino maggiormente nelle istituzioni di responsabilità della Chiesa, senza cadere nei clericalismi che annullano il carisma laicale» (
bit.ly/3zIHXF2). Le immagini che la illustrano sono perlopiù di repertorio dei media vaticani, e mostrano al lavoro alcune delle figure femminili che già, a quell’epoca, papa Francesco aveva promosso a ruoli di responsabilità. Nel secondo, quello del 2022 (
bit.ly/3xruuUY), il Papa, ringraziando le religiose e le consacrate «per la loro missione e il loro coraggio», chiede di pregare «affinché continuino a trovare nuove risposte di fronte alle sfide del nostro tempo». Le immagini, di conseguenza, mostrano donne consacrate impegnate nell’apostolato attivo, perlopiù in luoghi di frontiera (l’ultima è famosissima), sia che operino «con gli emarginati» sia che siano «catechiste, teologhe, accompagnatrici spirituali». In entrambi i casi la parte visiva aggiunge poco alle parole pronunciate.
La credibilità del messaggio
Le donne che, nel 2016, il Papa vuole in tutto il mondo «onorate e rispettate», valorizzando «il loro imprescindibile contributo sociale» (
bit.ly/4aHRa1I), sono ritratte mentre lavorano (anche in quanto madri di famiglia): ciascuna, con dignità, guarda negli occhi, attraverso la macchina da presa, lo spettatore. Mentre nel 2021 si chiede sulle «vittime di violenza» la protezione della società e che «le loro sofferenze siano prese in considerazione e ascoltate da tutti» (
bit.ly/3xy06sd). Si mostrano delle animazioni in bianco e nero: così il tema della violenza sulle donne viene meglio rappresentato e drammatizzato. L’ultimo video, quello del 2024, richiama nell’intenzione quello del 2016: che «vengano riconosciute in ogni cultura la dignità delle donne e la loro ricchezza, e cessino le discriminazioni di cui esse sono vittime in varie parti del mondo» (
bit.ly/3vOsZzM). Ma le immagini puntano ora sulla sofferenza delle donne, narrata in modo esplicito, attestando che questa volta l’accento del Papa cade sulle ingiustizie da sanare. In tutti e tre i casi, i testi risuonano più incisivi grazie a ciò che, ascoltandoli, gli occhi vedono.
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