I cattolici «seri» e l'incubo di Emma
HAITI PERCHÉ?
Anche quando ci fu il terremoto all'Aquila qualcuno chiese (per esempio su Libero del 9 aprile), «Perché il terremoto, perché proprio L'Aquila?». È almeno dal 1755, cioè dal terribile terremoto di Lisbona (dai 60 ai 90.000 morti sui 275.000 abitanti) che questo interrogativo si pone. Voltaire lo risolse nel modo più sciocco: "Dio o non è onnipotente o non esiste", sentenziò. Per due volte (martedì 19 e giovedì 21) alla analoga domanda di due lettrici Corrado Augias risponde su La Repubblica pressappoco alla maniera di Voltaire o, meglio, non risponde, brancola tra le citazioni, ma una risposta non l'ha e s'illude chi gliela chiede. Potrei ricordare ciò che l'ebreo rumeno Elie Wiesel, sopravvissuto all'Olocausto, narra in La Notte: che a quello sconosciuto il quale, nel Lager di Auschwitz e davanti a un bambino preso dalle convulsioni con la testa nel cappio della forca, chiedeva sarcastico: "Dov'è il vostro Dio?", un'altra voce sconosciuta rispose: "Dio è lì, vicino a lui, appeso alla stessa forca". Certo: da quando il Figlio di Dio ha sofferto sulla croce per redimerci, la sofferenza umana può avere un senso, ma questa risposta presuppone la fede. A un ateo come Augias si addice una risposta soltanto razionale. Se la questione è: "Dio esiste oppure no e, se esiste, non è onnipotente", si può replicare così: se Dio non esiste, niente si può spiegare e alla tragedia si somma la disperazione; se, invece, esiste, non può essere, per definizione, altro che perfetto, cioè onnipotente e buono. E allora, anche se il male resta un mistero, qualche risposta si può trovare. Si può credere, per esempio, che esso sia entrato nel mondo per il peccato dell'uomo ("Non mangerai di quell'albero o morirai") e poiché (parafrasando il Tommaso della Summa Theologiae) anche "malum est diffusivum sui", persino i terremoti potrebbero rientrare nelle tragiche conseguenze della sfida lanciata dall'uomo a Dio: "Nonostante il tuo divieto, mangio dell'albero e vivrò". Ma chi rifiuta questa stupida sfida sa che la speranza vince persino la morte.