I campi tornano a dare lavoro
Da una parte, infatti, la crescita occupazionale che si è verificata è anche la dimostrazione dell'impegno delle imprese agricole nel continuare il percorso di trasparenza dei rapporti di lavoro intrapreso negli ultimi anni. Il lavoro nero finalmente emerge e viene sanato. Dall'altra, evidentemente, la necessità di manodopera agricola potrebbe essere aumentata. Dall'altra ancora, il calo dei lavori autonomi indica solamente una cosa: il comparto ha continuato a perdere imprese. Certo - come ha fatto rilevare anche Coldiretti - dopo un anno caratterizzato da una riduzione nei redditi e nelle produzioni agricole, le rilevazioni del 2006 evidenziano che, con quasi un milione di occupati, in agricoltura il lavoro c'è. Probabilmente anche per i giovani. Intanto però, le molteplici facce agricole del Paese non mancano di sorprendere. Se, quindi, gli ultimi dati Istat possono farci almeno ben sperare, altri dati, relativi ad una delle regioni agricole per eccellenza d'Italia - come la Toscana - rischiano di mortificare i buoni propositi. Nel corso dell'ultimo decennio, infatti, solamente in provincia di Firenze sono sparite oltre 2mila imprese per circa circa 40mila ettari. Certo, Firenze continua ad avere un ruolo di primo piano per la produzione di vino e olio e
per gli agriturismi con il 20% della ricettività regionale
e oltre 6mila posti letto. Ma altri dati devono far preoccupare. Come quello dell'età media degli agricoltori (56 anni), accompagnata da una bassa percentuale di manodopera offerta dai giovani sotto i 40 anni (solo il 16% del totale) e dalle limitate dimensioni aziendali (14 ettari). Insomma, l'agricoltura italiana è anche questo: grandi performance occupazionali e produttive accanto a situazioni critiche e di abbandono. Colpa probabilmente anche del territorio vario, del clima diverso e incostante, della storia agricola locale che ha condotto a traguardi così distanti. Ma la sfida per tutti è una sola: riportare il settore entro canoni di sviluppo il più possibile certi e diffusi.