I 75 anni della Repubblica non per tutti sono una notizia
La potenza delle leggende è ribadita proprio dal bisogno pressante, a 75 anni di distanza, di smentirle, come fa sulla "Stampa" (2/6) Fabio Martini parlando del recente libro di Federico Fornaro: «Nessun broglio nel referendum, la manipolazione era impossibile», lo dice la scienza. Tutto opposto il parere di Paolo Becchi e Giuseppe Palma ("Libero", 1/6, titolo: «2 giugno poco sentito»): «Ma cosa stiamo festeggiando? (...) La Repubblica nacque su una mezza truffa e quindi non si vede cosa ci sia oggi da festeggiare». Rispunta il fantasma del ministro Romita: «C'è chi afferma che abbia sostituito un numero sufficiente di schede ufficiali con schede false già segnate in favore della Repubblica». C'è poi la questione delle schede non valide, di quelle bianche, del quorum... Una querelle infinita. Chi potrebbe contribuire a unire e non a dividere è il Milite Ignoto, a cui Fausto Biloslavo ("Giornale", 1/6) dedica un bel servizio in occasione dei cento anni del suo collocamento all'Altare della Patria: «Non è né di destra né di sinistra. Si tratta di un simbolo che rappresenta tutti i caduti e i dispersi in guerra italiani (...). Il Milite Ignoto è un soldatino senza nome, simbolo di piccoli e grande eroi che, non solo in guerra, hanno combattuto e combatteranno per rendere migliore il Paese che amiamo, l'Italia». Così sia.