I 700 anni di Dante bussano a Bruxelles
Con la mole di impegni che quotidianamente affronta, ci si può chiedere se Mariya avrà tempo di prestare attenzione a un evento culturale di portata straordinaria, e cioè il 700° anniversario di Dante Alighieri che cadrà l'anno prossimo. Ma prima ancora, viene da domandarle se condivide l'idea che anche le istituzioni comunitarie hanno interesse a celebrare la ricorrenza. Se insomma ritiene che il Genio fiorentino non sia soltanto patrimonio della nostra cultura, ma un vero common heritage, in grado di trasmettere nuova linfa vitale all'ideale di un'Europa sempre più unita e umana.
Il governo di Roma ha da poco istituito il "Dantedì", il 25 marzo di ogni anno, per approfondire e divulgare al meglio il pensiero e l'opera del nostro massimo poeta, coinvolgendo scuole, università e istituzioni culturali. Ma l'Italia ha tutto l'interesse a proporre e incentivare iniziative anche all'estero, non tanto per orgoglio nazionale, quanto per aiutare se stessa a ritrovare uno spirito di universalità e di consapevolezza del proprio ruolo unico, in un panorama mondiale che sembra oscuro quanto la "selva" infernale descritta nell'incipit della Divina Commedia.
Nel frattempo, alla fine di dicembre è scaduto il termine per presentare progetti di eventi e manifestazioni legate al 700°, indirizzate al Comitato nazionale per le celebrazioni che ora dovrà vagliarli. Sono in tutto 322 più un'altra dozzina provenienti dall'estero, buon indizio di un interesse non limitato ai nostri confini. Ma ci vorrebbe un passo avanti, attivando i canali accademici e diplomatici che hanno ancora capacità e prestigio sufficienti a trovare ascolto all'estero.
Una risorsa preziosa in questo senso è rappresentata dallo stesso presidente del Comitato, il professor Carlo Ossola: filosofo, storico e critico letterario, oltre che "dantista" insigne e docente "transnazionale", è ben conosciuto in tutto il continente. Ma soprattutto è guidato da un fortissimo afflato europeista. Giusto un anno fa, parlando a Soul di TV2000, deprecava questa Europa capace solo "di piccoli calcoli" e invece "incapace di ereditare da se stessa".
Per fortuna l'eredità dell'Alighieri è tuttora diffusa e coltivata con amore in numerosi ambienti culturali all'estero. Basti pensare alla monumentale Dante Encyclopedia uscita a Londra a inizio millennio, al cui interno figura fra l'altro un bell'articolo di un'italianista di Leeds, Claire Honess, dedicato all'idea di Europa nel pensiero del Sommo Poeta: ne emerge una suggestiva visione unitaria ante litteram che farebbe bene a tutti rivisitare. Oppure si consideri, in ambito "extra-Ue", la passione per Dante di un poeta russo sublime come Osip Mandel'stam, che Anna Achmatova definiva "bruciante".
Ci sono insomma i presupposti per bussare con fiducia alla porta pur affollatissima della Commissaria europea Mariya Gabriel: cresciuta in un paesino della Bulgaria meridionale al confine con la Grecia, ha saputo bruciare le tappe di una carriera prestigiosa che la vede oggi ai vertici dell'Unione. Saprà comprendere, crediamo, che questo evento può aiutare l'Europa a "riveder le stelle", non solo nella sua bandiera.