Qui da noi il passaggio dall'adolescenza all'età adulta è difficile che avvenga a quindici anni. Che finisca l'adolescenza può darsi, ma che arrivi la maturità è tutto da dimostrare. Magari in altre parti del mondo, dove la vita è meno agiata, si cresce più in fretta. Sarà per questo che in America Latina le ragazze al compimento del quindicesimo anno celebrano la “Quinceañera”, rituale antico pieno di gesti simbolici che segnano appunto il passaggio dall'adolescenza all'età adulta. La Quinceañera - 15 anni da favola è anche il titolo di due episodi (il primo è andato in onda domenica scorsa l'altro sarà trasmesso il 24 luglio) in prima serata su Real Time, che puntano lo sguardo proprio su questa usanza tipica della cultura latino-americana e di come si possa inserire nell'humus della cultura italiana. Il primo episodio, domenica scorsa, seguiva Anggie e la sua famiglia (i Salvatierra, originari dell'Ecuador, che abitano a Monza) mostrando i preparativi della ricorrenza: dai sacrifici economici del padre e della madre, alla scelta minuziosa dei tessuti per l'abito, all'allestimento della location, fino all'organizzazione della serata, dove si mescolano divertimento, ballo, lacrime ed eccessi. Alle immagini di vita quotidiana, si alternano i momenti del rituale: il cambio della scarpa, il valzer, la cerimonia delle quindici candele e l'“hora loca” (l'ora pazza). Con qualche salto nei Paesi d'origine per vedere dove la ragazza viveva e come amici e parenti seguono l'evento dall'altra parte dell'Oceano. E come accade in tutti i reality del genere a farla da padrona è il cosiddetto evento, che ormai ripetendosi spesso e per più circostanze in tv ha tolto alla parola l'autentico significato. Insomma, anche la “Quinceañera” appare complessa, costosa e sfarzosa, anche se di poco gusto. Con tanto di Limousine peggio che a un matrimonio. Ma si sa il target sono le nostre teenager che, ancora adolescenti, hanno bisogno di sognare. Apprezzabile comunque il fatto che La Quinceañera offra un'idea di certe tradizioni e della realtà dalla quale provengono, oltre a mostrare i valori universali della famiglia. A tavola, ad esempio, si prega prima di mangiare, sia pure davanti a cibi e bevande delle multinazionali, che anche senza etichetta (per ragioni tv), fanno tanto globalizzazione e poco tradizione.