Ogni volta che Philippe Herreweghe si avvicina ai grandi capolavori del repertorio sacro lascia immancabilmente impresso il sigillo d'eccellenza della sua arte interpretativa; basti vedere – e ascoltare – con quale profondità di pensiero e capacità di immedesimazione affronta Le Stagioni (Die Jahreszeiten), l'ultimo oratorio scritto da Franz Joseph Haydn (1732-1809). Con quanta maestria è in grado di rievocare la grandeur e l'immanenza del sentimento religioso con cui il compositore austriaco, alla soglia del 70° anno di età, ha elevato il suo inno alla natura e alla bellezza del creato, ma anche all'inesorabile trascorrere del tempo simbolicamente rappresentato dal ciclo delle stagioni.È qui che il direttore belga trova l'ispirazione per smussare la forza d'impatto degli episodi corali affidati allo strepitoso Collegium Vocale Ghent, per mettere a fuoco i quadri cangianti delle arie e dei recitativi intonati dal terzetto di cantanti solisti – il soprano Christina Landshamer, il tenore Maximilian Schmitt e il basso Florian Boesch – e per guidare i professori dell'Orchestre des Champs-Elysées tra la finezza delle trame intessute dalle abili doti di orchestratore di Haydn. Per chi ama autore, genere e interpreti è in arrivo una buona notizia: Herreweghe è già entrato in sala d'incisione per registrare anche la Creazione. Non ci resta che attendere.P. HerrewegheHAYDN/Le StagioniPhi (2 Cd, 28 euro)