Ulteriore materiale didattico che Gesù trae dal creato per istruire gli uomini viene presentato in Mt 6,25-34. L'intenzione del Maestro in quel passo è quella di liberare l'essere umano da un'ansia che fa mancare il fiato a proposito di quanto è immediatamente necessario alla vita: vitto e vestiario. Parlando alla gente del popolo che conduceva una vita assai precaria, legata a risultati non sempre garantiti di abbondanza sia nel campo agricolo sia in quello della pesca Gesù vuol far superare l'affanno per la propria sopravvivenza non tanto parlando di riforma agraria o di tecniche di conservazione del pescato, quanto piuttosto della «concretezza» di Dio. Dov'è possibile coglierla? Esiste una miniera dalla quale cavare realisticamente il senso pratico di Dio del quale ci si può fidare per quanto ci mantiene in vita? Quale percezione avere di Dio? Si occupa forse egli solo di farci fare anticamera in attesa della vita ultraterrena o da buon Padre di famiglia sa e vuole mantenere bene i suoi figli anche durante l'esistenza mortale? Lo sguardo penetrante e intelligente di Gesù sa vedere nella realtà creata la «provvidenza» del Padre che fornisce ad ogni creatura, anche la più piccola e in apparenza meno utile, ciò che la fa vivere. Con gli occhi di Gesù si può vedere il Padre anche nei dettagli del creato.