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Gratitudine

Giorgio Paolucci mercoledì 3 agosto 2022
Pochi giorni fa la visita al santuario di Notre Dame de Guérison, vicino a Courmayeur, è stata l'occasione per immergermi nuovamente nell'universo degli ex voto. Molti di quelli che coprono le pareti di quel piccolo gioiello costruito su uno sperone di roccia all'ombra del Monte Bianco raccontano le grazie ricevute da alpinisti che hanno scampato il pericolo durante le scalate o l'attraversamento di valichi alpini. È lo spaccato di un vissuto quotidiano che testimonia il sentimento religioso ancora presente nel nostro popolo e che trova conferma in tanti santuari d'Italia dove quadri, fotografie, cuori d'argento e d'oro, fiocchi azzurri e rosa, stampelle, gioielli, oggetti d'ogni genere rendono omaggio all'intervento di Dio nel vivere quotidiano, all'irrompere del Mistero dentro la trama dell'umana fragilità. Impressiona questa necessità di dire “grazie” in un'epoca in cui la gratitudine è sempre più merce rara, in cui i diritti sono diventati una nuova religione, in cui ogni aspetto dell'esistenza dev'essere regolamentato nei minimi dettagli, e si finisce per dimenticare che la vita ci è donata. Grazie, mio Dio, perché ci sei sempre stato nel momento del bisogno, e hai permesso che la mia vita potesse ripartire.