Grano duro, produzione scarsa prezzi record
A sollevare la questione del grano duro è stata Italmopa, che raccoglie i mugnai italiani. In un nota tecnica, l'associazione spiega che le pesanti flessioni produttive previste in Canada e negli Stati Uniti, principali Paesi esportatori; i risultati al di sotto delle iniziali aspettative, sotto il profilo quantitativo, del raccolto comunitario, in generale, e italiano, in particolare; un livello di scorte internazionali largamente insufficiente a compensare la riduzione dei volumi di produzione costituiscono i tre principali, seppur non unici, elementi di una tempesta perfetta che potrebbe prossimamente verificarsi sul mercato internazionale del grano duro. E che può essere riassunta in due elementi contrastanti: poca offerta, molta domanda. Gli addetti ai lavori sottolineano che si tratta di una «situazione i cui sviluppi appaiono ancora imprevedibili. Il ridimensionamento globale dei volumi produttivi internazionali, ha già determinato, nelle ultime settimane, un violento incremento, superiore al 25%, delle quotazioni della materia prima che, peraltro, avevano già raggiunto livelli particolarmente elevati». Nessuna si sbilancia di più per adesso, tutti aspettano la conclusione della raccolta in Nord America, che potrebbe determinare un incremento delle scorte oppure un ulteriore aumento dei prezzi. Il ragionamento è semplice: se le previsioni di una possibile riduzione del 40% dei raccolti canadesi e statunitensi dovessero essere confermate, le quotazioni internazionali "esploderebbero". A quel punto due potrebbero essere le conseguenze. L'industria molitoria si troverebbe a fronteggiare prezzi elevatissimi della materia prima e una oggettiva sua scarsità. Mentre una parte importante della popolazione mondiale sarebbe alle prese con difficoltà enormi di reperimento del cibo di base per sopravvivere. Tempesta perfetta, appunto, che arriverebbe nel momento in cui i prezzi mondiali dei prodotti alimentari, come hanno fatto notare i coltivatori diretti, hanno fatto segnare un aumento del 33,9% rispetto allo scorso anno.