Grandi canti di arcaica solennità per le festività del Santo Natale
Uno spirito di novità e di giubilo che rilancia il messaggio di rinascita e salvezza proprio del Cristianesimo, di una religione che, partendo dalla Palestina, in breve tempo si è diffusa in territori lontani e diversificati tra loro per storia e cultura. Ma è nella Città eterna, dove sono stati perseguitati, uccisi e sepolti i Santi Pietro e Paolo, che si trovano le radici di quella che rappresenta una delle prime testimonianze liturgico-musicali della storia occidentale e che viene appunto chiamato "canto romano-antico", ricco di ornamentazioni e di passaggi sinuosi, con le sue inflessioni tipicamente mediterranee e i richiami orientali del repertorio bizantino, reso qui ancor più "roccioso" da un accompagnamento delle linee melodiche principali con note gravi tenute a mo' di bordone, a costituire uno dei primordiali esempi di polifonia.
Lavorando su un manoscritto risalente al 1071, Pérès e compagni hanno ricostruito alcune sezioni del "proprium" e dell'"ordinarium" delle quattro Messe che scandivano i riti della Festa della Natività (Vigilia, Mezzanotte, Alba e Giorno), in cui le cinque parti fondamentali di ogni "ordinaria" celebrazione eucaristica sono appunto arricchite da brani "propriamente" riferiti alle festività del Santo Natale; canti di arcaica solennità, carichi di una suggestione e di uno stupore che sembra non conoscere le leggi del tempo.