L' intervista a John Grisham «Così fabbrico bestseller» a cura di Eduardo Lago, uscita il 9 settembre scorso sulla "Repubblica", aiuta a capire perché i bestseller sono bestseller. Non dico che sia stato svelato definitivamente il mistero del perché alcuni libri arrivano a vendere milioni di copie: il singolo libro che all'improvviso "tutti vogliono leggere" o "tutti comprano" può essere scritto anche senza metodo e strategia di autori e editori. Grisham in quella intervista ci mostra qualcosa di diverso e forse di più decisivo: ci sono autori costretti da qualche trascendentale fatalità a diventare autori di soli bestseller. Non sbagliano mai, non riescono a fare altro. Scrivono bestseller come i cani abbaiano, i gatti miagolano e gli usignoli cinguettano. L'autore di bestseller ha ragione quando dice di essere "innocente", di avere successo senza volerlo. Capacità tecnica a parte, se comunica con il più vasto pubblico è perché somiglia a quel pubblico, ne è un esemplare e perfetto rappresentante. Come per i più travolgenti leader politici, lo scrittore di bestseller è un individuo "eccezionalmente medio", è un gigante della mediocrità, ama ciò che tutti amano e fa ciò che tutti vorrebbero fare. Anzi, realizza in anticipo desideri inconsapevoli e inespressi della maggioranza. Perciò aiuta a capire che cosa cova nel ventre di una società, rivela l'inconscio sociale. È vero che, una volta scritto il primo bestseller, il professionista si specializza. Ma si specializza nell'essere per sempre quello che è. Stephen King vive di paure e dà corpo alle più profonde fobie degli americani, i quali incarnano a loro volta la "medietà" degli occidentali di oggi. John Grisham, inventore del legal thriller, parla di innocenza e colpevolezza e di come la legge non coincida facilmente con la giustizia. C'è qualcuno che sia indifferente a un tema simile? Grisham lo dice chiaramente: «Io sono quello che si dice un uomo semplice».