Una volta la classe operaia era quella della Fiat di Mirafiori a Torino, oggi è quella di Amazon a Castel San Giovanni in provincia di Piacenza. La differenza è tanta. Le tute blu dell'auto avevano coscienza del loro ruolo. Sapevano di essere un traino dell'economia nazionale. Conoscevano il padrone e rivendicavano in piazza i propri diritti. Erano sostenuti anche dalla politica, almeno da una parte. E di quei politici si fidavano pure. L'operaio dei nostri giorni passa otto o più ore a impacchettare oggetti di tutti i tipi, non ha nessuna fiducia nella politica e ha a che fare con padroni invisibili che gli chiedono di diventare flessibile. Non ha più diritti e non ha la forza contrattuale per rivendicarli. Forse non sa nemmeno chi sia quell'omone con la barba che risponde al nome di Karl Marx. Sarà anche per questo che la nuova avventura televisiva di Gad Lerner, Operai (la domenica in seconda serata su Rai 3), parte proprio dal cimitero di Highgate a Londra dove sotto un imponente monumento riposano le spoglie mortali del padre del comunismo. La classe operaia torna così in televisione. E forse c'è un po' di nostalgia in questa operazione di Lerner, ma l'efficacia del suo racconto giornalistico è indiscutibile. Certo fa un po' impressione vedere in immagini di repertorio Berlinguer che arriva in piazza in mezzo a migliaia di operai che lo acclamano. «Oggi – come dice il conduttore – la classe operaia ha divorziato dalla politica». Ad alti livelli a richiamare con forza la dignità della persona e del lavoro sembra essere rimasto solo il Papa. Lerner lo cita e lo fa sentire all'inizio di questo suo viaggio che in sei puntate intende raccontare come è cambiato il mondo del lavoro dopo la globalizzazione e lo sviluppo della robotica, cosa si deve fare oggi per portare a casa un salario a fine mese. Con interviste sul posto di lavoro, seguendo i lavoratori da quando escono la mattina fino al loro rientro in famiglia, con tanto di cena a casa di due operai Fiat che si sono conosciuti in fabbrica e poi sposati tirando avanti tra mille difficoltà, cassa integrazione e turni notturni per incrementare di qualche euro lo stipendio. Quello di Lerner può apparire un vecchio modo di fare giornalismo in tv. In realtà è il solo modo di fare giornalismo: raccontare storie facendo parlare i protagonisti di quelle storie.