Gli incredibili italiani alle Topolimpiadi di Los Angeles 1932
È una trovata di quel genio del marketing che si chiama Walter Elias Disney. Quattro anni dopo averlo fatto debuttare nel primo cortometraggio animato, Disney intuisce che l'Olimpiade estiva anche se depressa, senza televisione, e inarrivabile da tante nazioni a corto di soldi (appena 37 si iscrivono), può essere comunque un palcoscenico planetario per la sua creatura, che fa eleggere mascotte della manifestazione. Da allora le orecchie di Topolino, grazie a quella sua prima apparizione in versione pupazzo di peluche, sono diventate il logo più riconoscibile al mondo. Zio Walt anticipò di decenni la vagonata di sponsorizzazioni che a qualunque latitudine ingrassano ogni volta le Olimpiadi. Aveva capito subito che lo sport sta ai soldi come il formaggio sta al topo. E l'aveva mandato a ballare sul podio, in mezzo alle medaglie.