Iministri di culto della Chiesa cattolica e di altre confessioni religiose sono assicurati al Fondo speciale Inps in virtù dell'art. 5 della legge n. 903 del 1973. La stessa norma prevede, in particolare, che la previdenza dei ministri delle confessioni «diverse dalla cattolica» sia garantita con decreto del Ministro per l'interno, previo accordo con la confessione interessata. L'iscrizione obbligatoria al Fondo dei ministri avviene in base all'attestazione dell'autorità competente (il vescovo della diocesi o il rappresentante della rispettiva confessione). Sulla applicazione della legge – consolidata lungo un arco di 40 anni dalla sua entrata in vigore a oggi – viene ad aggiungersi un recente parere del Consiglio di Stato (n. 00561 del 2 febbraio scorso) in merito alla nomina dei ministri di culto. Ad attivare il Consiglio è stato il Ministero dell'interno nel dubbio che una nuova confessione debba essere composta da un numero minimo di fedeli, come condizione per il pubblico riconoscimento dei ministri di culto con effetti civili, anche al fine di evitare che le approvazioni del Ministero possano essere usate per fini diversi. Risposta del Consiglio: è necessaria la presenza di un numero minimo di fedeli per ottenere l'approvazione ministeriale e questo limite va fissato in 500 persone a livello locale oppure in 5.000 fedeli a livello nazionale. Il nuovo criterio non riguarda le condizioni dei ministri delle confessioni che hanno già stipulato un'Intesa con lo Stato italiano ed è stato assunto dal Consiglio di Stato a titolo orientativo. In prospettiva, potrebbe tuttavia modificare la procedura per il riconoscimento dei ministri di culto, finora effettuato dagli uffici ministeriali secondo la vecchia legge sui «culti ammessi» del 1929, tuttora vigente. L'applicazione della nuova prassi amministrativa, suggerita dal Consiglio, di là dalla specifica organizzazione della confessione interessata e dalla distribuzione più o meno concentrata dei fedeli sul territorio, potrebbe, in ultima analisi, incidere sul diritto e sulla parità di tutti i cittadini alla piena espressione della libertà religiosa. Un'interrogazione parlamentare (3-02689 - sen. Malan) attende di conoscere l'intenzione degli uffici ministeriali se e come attenersi al parere del Consiglio di Stato.
Effetto «Fondo». La risposta alla interrogazione parlamentare potrà incidere anche sul Fondo clero. Appare evidente che le prossime approvazioni ministeriali di ministri di culto, se negate anche sulla base della quota numerica dei fedeli, potranno influire sull'andamento delle iscrizioni al Fondo. Rallentando il numero dei ministri iscritti, si riducono le entrate contributive, accentuando il rapporto tra assicurati e pensionati. Già durante precedenti legislature, nel corso dell'iter governativo per intese con nuove confessioni religiose, l'Inps è intervenuto per segnalare l'opportunità di evitare riduzioni al flusso dei contributi nel Fondo.