Gli abiti contraffatti destinati ai più poveri
I capi sono stati distribuiti ai senza dimora della stazione di Vicenza, ai profughi che la Comunità accoglie dopo gli sbarchi (tra di loro anche una donna incinta), alle vittime di tratta ai fini della prostituzione e a giovani che lottano contro le dipendenze. «Italiani e stranieri – continua Rinaldi – poiché, ispirandoci al Vangelo per servire i poveri, non facciamo distinzione per la fede, colore della pelle o passaporto. Azioni come questa ci consentono di vivere la nostra chiamata all'accoglienza».
Non è la prima volta che la magistratura decide di non distruggere abiti sequestrati destinandoli ad associazioni, ma a Cittadella non era mai successo. «È una scelta di giustizia – conclude Rinaldi – destinare agli ultimi i beni prodotti illegalmente».