La violenza del mondo non fa distinzione fra le sue vittime e colpisce chiunque si pari sulla sua strada. Il Vangelo, però, è ben più potente di ogni logica umana e supera sia le dinamiche della sopraffazione che l'istinto a vendicarsi. E la storia che oggi viene riportata dal Martirologio Romano è un efficace esempio di tutto ciò: la storia di santa Giuditta (o Giulitta), madre cristiana vissuta tra il III e il IV secolo, che morì martire assieme al figlio, Quirico, di appena tre anni, infatti, ci parla di un'innocenza violata, destinata, però, ad alimentare la fede attraverso i secoli. Vedova facoltosa di Iconio (oggi Konya in Turchia) vissuta all'epoca della persecuzione di Diocleziano, Giuditta fu privata di tutti i propri beni di fatto a causa della fede. Fuggì quindi verso Tarso, ma fu arrestata dal governatore romano Alessandro e sottoposta a torture. Secondo la tradizione quando Giuditta si proclamò cristiana Alessandro scagliò a terra il piccolo Quirico che era sulle sue ginocchia. Il piccolo morì e la madre venne condannata e martirizzata.
Altri santi. San Similiano di Nantes, vescovo (IV sec.); beata Maria Teresa Scherer, religiosa (1825-1888).
Letture. Romano. Sir 48,1-14; Sal 96; Mt 6,7-15.
Ambrosiano. Gen 14,18-20; Sal 109 (110); 1Cor 11,23-26; Lc 9,11b-17.
Bizantino. Rm 5,10-16; Mt 8,23-27.
t.me/santoavvenire