Èl'uomo giusto nel momento giusto, Maurizio Landini? Oggi la sua conquista di una leadership "unitaria" della Cgil è un risultato importante soprattutto per il sindacato stesso, che sarebbe uscito ulteriormente indebolito da una conta interna. Domani potrebbe diventare la chiave per un recupero di rappresentatività nel mondo del lavoro e nella società non solo della Cgil, ma dell'intero mondo sindacale italiano. A condizione però che sappia interpretare il suo ruolo guardando alle "sfide di sistema" del mondo del Lavoro nell'era del populismo, più che al vecchio recinto delle battaglie di parte. La simultanea introduzione in Italia del reddito di cittadinanza e della quota previdenziale 100, infatti, segneranno fortemente il futuro prossimo del nostro Paese. L'effetto concreto dei due provvedimenti sul mercato del lavoro – almeno a breve termine – rischia di essere la diminuzione del tasso di popolazione attiva, nel quale siamo già oggi molto indietro rispetto alle altre economie avanzate. Sul piano culturale, al tempo stesso, nell'eterno duello tra produzione e rendita il pendolo volgerà inevitabilmente verso la seconda: il lavoro rischierà di essere meno centrale nelle aspirazioni dei nostri ragazzi e nei loro valori di riferimento, almeno in alcune aree del Paese.
In uno scenario simile, Maurizio Landini avrebbe la forza e le caratteristiche per svolgere una missione preziosa quanto complessa: riportare la produzione e il lavoro al centro del dibattito politico e pubblico. Pur partendo da posizioni e convinzioni che spesso sono risultate divisive (e che chi scrive spesso non condivide), Landini potrebbe far valere in questo senso una storia sindacale ed un profilo personale «ad alta intensità manifatturiera». Spogliandosi dall'estremismo che ha animato alcune delle sue battaglie, il nuovo leader della Cgil potrebbe concentrarsi su un'agenda che si fondi sull'unità del fronte sindacale, sulla centralità della produzione industriale, sul recupero dei giovani (finora troppo lontani dai radar del mondo sindacale) e sulla riattivazione dell'ascensore sociale nel Paese, a partire dalla riforma dei canali di accesso al mondo del lavoro. Le sue prime dichiarazioni lasciano aperta la porta alla speranza.
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