Le diversità ci arricchiscono e ci fanno crescere, ci insegnano a confrontarci con l’alterità e quindi aprono il cuore al “totalmente altro” che è l’amore di Dio. È per difendere la bellezza della comunione tra le differenze che diede la propria vita san Giosafat Kuncewycz, apostolo del dialogo tra Oriente e Occidente. Un impegno che visse nel cuore della Chiesa uniate rutena, comunità dal volto “misto”, con riti orientali, come gli ortodossi, ma in piena comunione con Roma e quindi con i cattolici. Nato nel 1580, Kuncewycz era figlio di ortodossi; nel 1604 entrò tra i monaci basiliani, cinque anni dopo divenne prete e nel 1617 divenne arcivescovo di Polack. Il suo sforzo di dialogo tra le due anime (quella cattolica e quella ortodossa) della sua terra e della sua comunità trovò l’avversione degli ortodossi tradizionalisti che lo aggredirono e lo uccisero nel 1623.
Altri santi. San Nilo il Sinaita, confessore (IV–V sec.); beato Giovanni Cini da Pisa, eremita (1270–1335).
Letture. Fm 1,7–20; Sal 145; Lc 17,20–25.
Ambrosiano. Ap 22,1–5; Sal 45 (46); Mt 25,14–30.