Tecnicamente si chiama «integrazione di rappresentanza e di servizi», ma in sostanza è il risultato – in positivo – dell'andamento dei mercati, delle difficoltà che le imprese devono affrontare e della necessità di applicare per davvero il concetto del «fare squadra», anche in agricoltura. Qualche giorno fa, infatti, a Bologna all'interno del comparto della bieticoltura, è nata una nuova associazione frutto dell'integrazione di due precedenti entità. Dalla Associazione Nazionale Bieticoltori (Anb) e dal Consorzio Nazionale Bieticoltori (Cnb) è nata la Confederazione generale dei bieticoltori italiani (Cgbi). Non una semplice sigla in più – almeno nelle ambizioni dei produttori che l'hanno fatta nascere – ma un'entità nuova che sia in grado di affrontare «una nuova sfida sulla competitività della filiera bieticolo-saccarifera nel nostro Paese, allo scopo di migliorare il reddito delle imprese agricole associate e valorizzare il patrimonio storico e di esperienza dei due enti». Che, detto in parole semplici, significa: di fronte a un mercato e a una congiuntura sempre più difficili, l'unica strada percorribile è mettersi insieme.Quanto è accaduto, è un passo importante per un comparto che conta circa 8mila 500 imprese agricole, per 138 milioni di euro di fatturato ma che riescono a produrre solamente poco più di 500mila tonnellate di zucchero mentre il mercato nazionale ne chiede un milione e 600mila (il giro d'affari dell'intera filiera arriva a 700 milioni con duemila addetti diretti). Quello bieticolo, poi, è un settore che ha attraversato momenti difficili. Per effetto delle politiche di mercato europee, negli anni scorsi sono stati avviati progetti di riconversione industriale che hanno provocato in Italia la chiusura di 15 stabilimenti, coinvolgendo quasi 5mila lavoratori la cui attività è cessata.Adesso, il Cgbi – che stando ai promotori significa l'80% dell'intero settore – dovrà assumere «la rappresentanza generale» in tutte le sedi «del comparto economico della bieticoltura e degli interessi dei bieticoltori». Sarà quindi il Cgbi a formare gli accordi interprofessionali per il prezzo delle bietole fra agricoltori e trasformatori e sarà sempre lo stesso ente che si farà carico dei controlli di laboratorio delle bietole dei soci negli zuccherifici destinatari delle forniture. Tutto per un solo motivo: occorre superare tutti gli ostacoli per garantire agli operatori economici del settore la massima efficacia dell'azione di rappresentanza e la massima efficienza nell'erogazione dei servizi per le aziende associate.Un'indicazione che, a ben vedere, vale per tutti i comparti agricoli e non solo. I segnali in questo senso non mancano. Basta pensare, all'andamento dei prezzi agricoli a maggio rilevato dall'Ismea per capire: nello scorso mese di maggio l'indice generale è sceso dello 0,2%, con tracolli del 3,6% per alcune coltivazioni che su base annua arrivano al -6,6%.