Format vincente (dal punto di vista degli ascolti e dell'interazione con i social) non si cambia. Ecco allora che anche questa edizione, la numero sei, del reality di Rai 2 Il collegio, in onda il martedì in prima serata, è di fatto molto simile alle precedenti. Non si può dire identica perché c'è qualche cambiamento tra i docenti e i sorveglianti, fermi restando Andrea Maggi, che impersona il professore di lettere, e Lucia Gravante, la sorvegliante, entrambi presenti dalla prima edizione, come nemmeno il preside Paolo Bosisio, che saltò la seconda. Anche Maria Rosa Petolicchio, di matematica e fisica, insegnante anche nella realtà, fa cinque su sei, al pari della voce narrante Giancarlo Magalli. Confermata la dinamica controllo-trasgressione, che è uno degli aspetti che attrae di più, ma è anche il più falso perché i ragazzi sanno benissimo di essere ripresi giorno e notte dalle telecamere. Sono talmente smaliziati che alcuni collegiali della passata stagione, quest'anno sono protagonisti di una campagna pubblicitaria con spot all'interno del programma. Cambia l'ambientazione temporale: questa volta tocca agli anni Settanta. Ma è solo un pretesto, perché i ragazzi sono sempre gli adolescenti del momento presente, dai 14 ai 16 anni, tutti o quasi senza regole, viziati, poco inclini allo studio, spesso con alle spalle genitori immaturi quanto loro. Ma la vera novità di questa edizione è che per la prima volta è presente tra i collegiali una ragazza che si dichiara “non binary”, ovvero che non si riconosce nel genere maschile o femminile. Forse nemmeno lei è pienamente consapevole della sua affermazione, ma di certo da parte degli autori e dei selezionatori è un modo per raccattare qualche punto in più di share e per veicolare certi messaggi sul gender dopo che quasi tutti i conduttori tv si sono schierati pubblicamente, a più riprese, a favore del disegno di legge Zan.