Gaia scienza, vita e salute
IL MIRACOLO
Dispiace (perché è malata di Sla) leggere come Caterina Vighy, finalista al Campiello con il suo romanzo autobiografico, invece di gioirne, fa sarcasmo su un "miracolo" di Lourdes (Repubblica, sabato 19) e contrappone la "Giornata nazionale di lotta alla Sla" alla guarigione di una malata come lei, colpevole, in ogni caso, di venire «dalla Lucania, terra appartenente da sempre al mondo magico [...] Così si può dire addio alla crudele ricerca sulle cellule staminali (gli embrioni piangono nei frigoriferi), tanto c'è il miracolo» e lancia la boutade dell'«Isola dei Brutti e Famosi. Portarci lì, coi nostri lettini, sondini, sintetizzatori, a cavarcela da soli. Vincitore: l'ultimo che morirà». Inutile ricordare che a Lourdes, in 150 anni, sono state annunciate 7000 guarigioni, ma dichiarati solo 67 miracoli, dei quali l'ultimo dopo 40 anni d'indagini. E nemmeno il miracolo quotidiano che nessuno, dei milioni di non guariti torna deluso da Lourdes. Meglio sintetizzare il "miracolo d'amore" che Massimo Gramellini racconta su La Stampa (domenica 20): Lorenzo e Loretta, entrambi in carrozzina, s'incontrano casualmente nella Grotta e qualcosa nasce dentro di loro. Si rivedranno in Italia, sempre in carrozzina, nonostante abitino lontani, e ora «sono consci che nella loro vita dovranno scontrarsi e superare tanti ostacoli [...] incontreranno persone amiche, ma anche sguardi curiosi e poco attenti alle loro esigenze. Tutto questo e altro ancora, però, non ostacolerà il loro piccolo grande amore». Se l'amore, a volte, fa miracoli, nessuno ne fa l'invidia. Vale anche per chi va amato perché malato nel corpo e nel cuore.