Non è facile saper scrivere del bel rock d'autore, con testi poetici in italiano e magari pure suoni che rimandino al meglio della scena internazionale. Fra i paraocchi del nostro show-business, poi, è ancor più difficile riuscirci cantando non di quotidianità, ma di fede; non di uomini, ma di Santi; non d'amore, bensì dell'Amore. Con la maiuscola. Eppure è successo: provate a leggere. «Quanto sole, su di noi: Tu appartieni a me, come un sentiero ai passi Suoi... Quanto sole, su di noi: sei nascente, come se fosse giorno nuovo in me... Quanto sole, su di noi: non ho più paura, e forte di Te m'innalzerò con Te! ...È un po' come perdersi, oh no, senza di te no... È fumo nell'anima, chiusa in un brivido... Sorprendimi subito: sei Tu, mistero che non so; io sono l'ultima luce possibile... È un po' come perdersi, da Te fino al cuore, con Te scendo dal sogno mio, sospeso ad un cantico... Non voglio più perderti! Vorrei poterti dire che sei l'azzurro, nobile sposo dei secoli! ...Pregherò, cercherò... Morirò di Te!». Sì, è rock d'autore; sì, è rock italiano; ed osa parlare di san Francesco. Con gli indimenticabili accenti di cui era capace l'anima bella di Mango.