FORTUNA E INVIDIA
e un attore di mimi. Questo suo detto sull'aleatorietà della fortuna è così limpido - come l'immagine sottesa - da non aver bisogno di commenti. Vale solo il monito di non lasciarsi accecare dal fulgore del successo, perché poco dopo puoi trovarti con gli occhi aperti sulla polvere in cui sei piombato. Il simbolo degli occhi regge anche il secondo asserto che, pur attingendo all'antico stereotipo della fortuna cieca, è di un autore recente: si tratta, infatti, di una frase del romanzo Gente in Aspromonte (1930) di Corrado Alvaro. Qui entra in scena un altro soggetto implacabile, l'invidia. Quando si ha successo, bisogna saper vedere che nella folla che ti applaude ci sono non pochi occhi ardenti di invidia. È per questo che nella vita bisogna conservare sempre una buona dose di sobrietà, di realismo e di umiltà se non si vuole accrescere l'invincibile e inevitabile crudezza della gelosia.