Contributi Inps ridotti del 35% sono disponibili per gli artigiani e i commercianti per tutto il 2019. La legge di bilancio in corso ha confermato la facilitazione contributiva che accompagna il regime agevolato (noto come "forfettario") per quanti ne hanno già beneficiato nel 2018, permanendo i requisiti, salvo una espressa rinuncia. In questa eventualità, difficilmente gli artigiani e i commercianti sono in grado di stabilire al 31 dicembre di ciascun anno l'eventuale perdita dei requisiti intervenuta nello stesso anno. Per favorire gli interessati l'Inps consente che la dichiarazione di uscita dal regime agevolato (per mancanza dei requisiti o solo per libera scelta) ed il rientro nel regime ordinario venga trasmessa entro il prossimo 28 febbraio, con effetto dal 1° gennaio 2019. Le comunicazioni presentate dopo il 1° marzo producono il ripristino del regime ordinario con decorrenza dall'anno successivo. La scadenza del 28 febbraio vale anche per chi desidera entrare nel forfettario. Si tratta degli autonomi che hanno iniziato l'attività nel 2018 e che scelgono il regime agevolato per il 2019; entro tale data devono comunicare la propria adesione. In particolare, agli artigiani e ai commercianti che si iscrivono quest'anno per la prima volta l'Inps consiglia di trasmettere l'adesione al forfettario non appena siano in possesso del provvedimento di iscrizione, così da consentire all'Istituto di predisporre tempestivamente la riduzione delle contribuzioni.
Contributi agevolati. La base imponibile per i contributi ridotti è costituita dal reddito forfettario individuato ai fini fiscali. La riduzione del 35% si applica sia per il reddito entro il minimale (nel 2019, 3.818,16 euro per gli artigiani e 3.832,45 per i commercianti) sia per la quota di reddito eventualmente eccedente. Di conseguenza, se quanto versato complessivamente risulta inferiore al contributo ordinario sul minimale, l'accredito dei contributi non coprirà l'intero anno. È una valutazione da non trascurare per gli artigiani e i commercianti interessati alla pensione Quota 100 e che sono oggi in possesso di 34/37 anni di versamenti. Corrono il rischio, a causa della contrazione degli accrediti, di non raggiungere il requisito intero degli anni di contributi che compongono Quota 100, fermi restando i 62 anni di età.