Il bilancio consuntivo 2004 del Fondo di previdenza del clero cattolico e di altri culti, recentemente approvato dal Comitato di vigilanza della gestione sacerdotale, si è chiuso con risultati negativi: meno 71 milioni nell'esercizio in corso ed un deficit patrimoniale di 1.268 milioni di euro. Le cifre in rosso non sono purtroppo una novità. Lo sbilancio complessivo è una costante dei rendiconti del Fondo e non appare recuperabile se non attraverso un intervento legislativo.
Questa volta tuttavia, oltre ai consueti numeri critici, spicca tra i conteggi un dato fondamentale, quello dei sacerdoti iscritti, a dir poco bizzarro. L'indicazione in bilancio dei ministri iscritti intende rappresentare il numero di coloro che contribuiscono al Fondo registrati alla data del 31 dicembre 2004. A fine anno l'Inps ha registrato 20.800 sacerdoti. Ma 20.800 iscritti sono stati gli stessi esattamente riportati nei bilanci degli ultimi cinque anni (10 in meno solo nel 2001) e sempre in cifra tonda. Il numero tondo, costante ed immutato, fa sorgere qualche perplessità sulla sua reale consistenza, anche tenendo conto che è sempre presente, in sottofondo, un calo nell'andamento delle vocazioni.
Ma c'è di più. Il numero degli "iscritti" è un risultato che si ottiene al termine di diversi passaggi. In pratica, agli iscritti dell'anno precedente si aggiungono le nuove ordinazioni sacerdotali, le nuove incardinazioni di ex religiosi, gli ultimi autorizzati ai versamenti volontari e dalla loro somma si sottraggono i nuovi pensionati, i deceduti nell'anno ed i ministri esonerati dalle funzioni. A formare il numero degli iscritti concorrono quindi ben sette variabili. Che il gioco di tutte e sette le variabili presenti per 4 anni di seguito un identico risultato è come vincere 4 terni al lotto di seguito. È evidente che sotto le cifre ufficiali serpeggia qualche disfunzione organizzativa dell'Inps. Tra l'altro il numero dei "pensionati" (anche questo un risultato di svariate operazioni) nei bilanci è diverso anno dopo anno ed è indicato fino all'unità.
Nuovi pensionati. Nel 2004 si assiste ad una netta diminuzione del numero delle pensioni liquidate, 374 contro le 630 dell'anno precedente, con un calo di 256 pensioni. In effetti, nel 2004 sono mutati i requisiti per il pensionamento di vecchiaia. A partire dal 1° luglio dello scorso anno è aumentato a 14 anni il minimo di contributi versati nel Fondo. Il requisito contributivo, in base alla riforma dell'anno 2000, aumenta progressivamente ogni diciotto mesi e si fermerà a quota 20. Lo stesso Inps però ha denunciato che il settore delle nuove liquidazioni non dispone di personale sufficiente. La conseguenza è un'enorme lentezza nella elaborazione delle domande. Dunque non è irrealistico supporre che il minor numero di nuovi pensionati debba essere invece addebitata, anche qui, a disfunzioni organizzative dell'Istituto di previdenza.