Rubriche

Fondo clero: i contributi salgono a 2mila euro

Vittorio Spinelli martedì 17 dicembre 2024
I l prossimo anno i sacerdoti iscritti al Fondo di previdenza per il clero dovranno versare i contributi obbligatori, utili per la pensione, nei nuovi importi aggiornati da un decreto ministeriale del 27 novembre scorso (G.U. del 12 dicembre). Decreto in notevole ritardo sui consueti tempi di pubblicazione ma in tempo utile per l’emanazione, nei prossimi giorni, della circolare dell’Inps per i primi versamenti nel nuovo anno. L’importo annuale sale ora dagli attuali 1.802,65 euro a 1.948,66 euro con un aumento netto di 146,01 euro. In realtà il decreto fa riferimento alla contribuzione dovuta per il 2023, già versata in misura provvisoria, ma ora definitiva nel nuovo importo. Il ricalcolo è avvenuto applicando la percentuale dell’8,1%. Questo aumento non deriva dal periodico costo della vita, ma - come stabilisce la legge del Fondo Clero - corrisponde all’aumento medio delle pensioni dei ministri di culto pagate dall’Inps nel 2023. Ciò giustifica il ritardo con il quale avviene l’adeguamento dei contributi. Il calcolo a ritroso della rivalutazione comporta a cascata un adeguamento in via provvisoria della stessa contribuzione al Fondo per gli anni 2024 e 2025. I contributi dovuti nel 2025 assumono pertanto questi valori: l’importo bimestrale è di 324,78 euro, il frazionamento mensile è di 162,39 euro. Per gli assicurati nel Fondo durante il 2023 e il 2024 è richiesto, rispetto ai versamenti già effettuati, un conguaglio di 12,17 euro per ogni mese di iscri-zione. Il conguaglio per i due anni interi ammonta pertanto a 292,08 euro. Sono obbligati al conguaglio anche i nuovi pensionati del Fondo che hanno ricevuto il primo assegno in uno dei mesi del 2023 o del 2024. Per i sacerdoti che sono iscritti al Fondo, non ancora pensionati e che hanno diritto alla remunerazione, i conguagli saranno effettuati tramite l’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero. Invece provvedono direttamente alle differenze contributive i sacerdoti non inseriti nel sistema di sostentamento e solo per i mesi esclusi dal sistema. L’Istituto Centrale provvederà ai versamenti correnti e agli eventuali conguagli anche per i sacerdoti all’estero (fidei donum) e per gli stranieri che sono in servizio in Italia a tempo pieno per una cooperazione missionaria alle diocesi italiane o per l’assistenza religiosa alle comunità etniche in Italia. © riproduzione riservata