Se il mercato dell'auto in Italia e in Europa pare da tempo volgere al bello (anche se i numeri di prima della crisi sembra siano ancora lontani), non così si può dire di quello dei trattori agricoli. Il dato non è di poco conto: quello della meccanizzazione agricola è da sempre un comparto di prima fila nell'ambito dell'industria nazionale, una sorta di fiore all'occhiello posto però spesso in secondo piano dalle cronache. Eppure, la meccanizzazione agricola nazionale vale migliaia di posti di lavoro ed esportazioni di gran pregio: un Made in Italy che fa parte con diritto dell'agroalimentare italiano.Le cose, tuttavia, non vanno bene dal punto di vista delle vendite. Stando ai dati FederUnacoma (l'associazione dei costruttori di macchine agricole), nel primo quarto dell'anno l'andamento del mercato dei trattori (cioè delle macchine più rappresentative del settore), è stato negativo facendo segnare un - 6,7% rispetto allo stesso periodo del 2015, confermando l'andamento con il segno meno che caratterizza ormai il comparto da oltre otto anni. Detta in numeri assoluti, nei tre mesi 2016 il numero di trattori venduti è sceso a 3.900 unità rispetto alle 4.180 dello stesso periodo dello scorso anno, con cali particolarmente consistenti in regioni importanti come l'Emilia Romagna, la Lombardia, il Piemonte e il Veneto. Ai minimi storici, spiega una nota degli industriali, anche il mercato delle mietitrebbiatrici che cala del 25% e conta appena 21 unità vendute nel trimestre. In recupero altre tipologie di macchine. Ma l'indicazione di fondo non cambia, anche se i numeri in gioco appaiono di piccola entità.Le cause contingenti della situazione sembrano però chiare ai costruttori e sarebbero riconducibili al blocco dell'applicazione dei PSR (cioè dei piani di erogazione di fondi all'agricoltura per investimenti produttivi e sviluppo rurale), oltre che dal ritardo nel varo degli incentivi governativi per l'acquisto di macchine con elevati requisiti di sicurezza. Per capire meglio, basti pensare che solo per la sicurezza sarebbero a disposizione circa 45 milioni stanziati dal Ministero dell'Agricoltura per l'acquisto di macchine sicure, la cui erogazione dovrebbe essere affidata all'Inail ma il cui iter non è ancora stato attivato.Mancano, come se non fosse già risaputo, i soldi per innescare un ciclo di investimenti e quindi di acquisti che potrebbe in qualche modo risollevare le sorti della meccanica agricola italiana. È una situazione d'attesa, quindi, quella che vivono le industrie. Una fase d'incertezza che non viene alleviata dalla buona chiusura del 2015 e dalle prospettive dei mercati internazionali.