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Festa della previdenza, incompiuta

Vittorio Spinelli martedì 3 maggio 2011
Si svolgerà domani e giovedì, a Milano in Piazza Affari presso la Borsa, la Giornata nazionale della Previdenza. Vi partecipa il Gotha della sicurezza sociale, in prima fila l'Inps e l'Inpdap, insieme alle maggiori istituzioni del credito, delle assicurazioni, dei servizi finanziari e del mondo accademico.
L'evento, il primo del genere in Italia, è in gran parte dedicato ai giovani, senza escludere un pubblico più vasto, che dovranno puntare sulla pensione complementare per maturare un assegno dignitoso per la propria vecchiaia. Senza trascurare però i classici itinerari della previdenza pubblica, ad iniziare dal riscatto della laurea o altri titoli di studio. Sarà proprio l'Inps a pubblicizzare i vantaggi di questo riscatto, mentre l'Inpdap farà la sua reclame sulla pensione complementare dei dipendenti pubblici, ormai pronta al decollo.
Previdenza incompiuta. Il grande evento milanese metterà in mostra le tante opportunità offerte dal nostro sistema di sicurezza sociale, raggiunte grazie alle battaglie di lavoratori, professionisti e sindacati, un sistema che può vantare di essere ai primi posti, se non il primo, nel panorama europeo.
Tuttavia, dietro lo sfoggio di tanta previdenza, non è fuori luogo ricordare che, dopo un secolo di leggi e riforme, ancora oggi c'è chi non ha alcun diritto al riscatto della laurea. Sono i ministri di culto, cattolici e non, iscritti al Fondo Clero dell'Inps. Ancora oggi c'è chi non può ricongiungere contributi fra gestioni diverse: sono i ministri di culto. E l'accredito del servizio militare? Manca per i ministri di culto. L'elenco delle esclusioni prosegue con l'assenza di sostegni per gli stati diversi di invalidità e altri sussidi. Per sanare queste gravi anomalie sarebbe già sufficiente applicare una disposizione della vigente previdenza sacerdotale che l'Inps però continua tranquillamente ad ignorare.
Previdenza minata. Ancora più grave l'attentato all'intero edifico previdenziale, un colpo irreversibile alle sue fondamenta, che si sta compiendo nella disattenzione del legislatore. È in corsa per l'approvazione parlamentare una norma che sconfessa l'obbligo delle assicurazioni previdenziali, fondato sul patto di solidarietà fra le varie categorie sociali e fra le generazioni. Per la prima volta, alcuni cittadini potranno scegliere, a propria discrezione (o convenienza), se iscriversi o no alla previdenza pubblica.
Si tratta dei ministri di culto delle confessioni religiose che hanno recentemente sottoscritto una propria Intesa con lo Stato italiano, da trasformare ora in legge. Una volta concessa a queste confessioni la «facoltà» di iscriversi alla previdenza, e non l'«obbligo», sarà poi difficile negare lo stesso privilegio ad altre categorie sociali. Si tratta di una disposizione, frutto di un incauto «copia-incolla» da analoghi provvedimenti, che potrà essere di fatto annullata soltanto se ciascuna delle nuove confessioni rinuncerà spontaneamente ad applicarla.