Non c'è persecuzione e violenza che possa scalfire la forza con cui il Vangelo entra nella storia e cambia le vita delle persone. Questo è il senso dei numerosi segni prodigiosi che la tradizione associa al martirio dei santi Faustino e Giovita. Erano entrambi cavalieri, figli di famiglie nobili pagane di Brescia e vissuti a cavallo tra il I e il II secolo. Secondo la tradizione a convertirli al cristianesimo fu il vescovo Apollonio, che ordinò Faustino prete e Giovita diacono. Si dedicarono quindi all'evangelizzazione della terra bresciana, ma la loro opera li mise in rotta di collisione con gli esponenti del "potere" cittadino. Questi si rivolsero allora al governatore della Rezia, Italico, chiedendo di processare i due, che vennero così arrestati. Rifiutandosi di rinnegare la propria fede, vennero condannati a morte, ma prima di morire compirono numerosi miracoli, che portatono molti alla conversione. Il loro martitio si colloca tra il 120 e il 134.
Altri santi. Sant'Onesimo, martire (I sec.); santa Giorgia, vergine (VI sec.).
Letture. 1Re 12,26-32;13,33-34; Sal 105; Mc 8,1-10.
Ambrosiano. Es 25,1.10-22; Sal 97 (98); Eb 9,1-10; Mt 26,59-64.