Fatica (e merito) dei presunti «sbrindelloni e improvvisatori»
Qualcuno deve essersi fatto sentire. Così domenica, sempre su “Repubblica” a pagina 18, Maria Novella De Luca dà voce alla galassia altra («Droga, le 500 comunità oltre al modello Sanpa. “Restare è una scelta”»). Dà voce a Massimo Barra di Villa Maraini e a Riccardo De Facci della Cnca, che dice quel che tutti sappiamo: «Negli anni Ottanta, oltre a San Patrignano, c'erano almeno 150 altre realtà che utilizzavano metodologie completamente diverse. Noi, don Picchi che fondò il Ceis, don Mazzi, don Ciotti, don Gallo, la Comunità di Capodarco, anche Saman nella prima fase, Villa Maraini a Roma. Oggi siamo oltre 500», uniti nella convinzione di voler «educare, non punire».
Quegli «sbrindelloni e improvvisatori» sono stati notati anche da Pino Arlacchi che ieri sul “Corriere della sera” («La rivolta civile contro la droga») ricorda: «San Patrignano era parte di un arcipelago molto più vasto, con molte presenze religiose di caratura straordinaria». Conosciamo Arlacchi. Anche ieri ricordava che antidroga e antimafia sono due facce della stessa medaglia, e che la rivolta della società civile fu vincente. Natalia Aspesi avrà preso appunti?