"Fase giovani", l'appello dei GI per l'Italia
Verissimo. Dobbiamo batterci per una globalizzazione "migliore" dell'assetto attuale, ma non possiamo abbandonare i mercati globali per tornare a forme di protezionismo autarchico: saremmo tra i Paesi più danneggiati sul piano economico. Non a caso, i dati economici più confortanti arrivano in queste settimane dalla manifattura italiana, che eccelle a livello internazionale per qualità delle produzioni e per flessibilità organizzativa e che riesce a cogliere i primi venti di ripresa provenienti, per esempio, dalla Cina. Mentre servizi, artigianato e commercio - molto più dipendenti dalla domanda interna - soffrono maledettamente l'incertezza della ripartenza e l'evoluzione preoccupante dei contagi in Italia. Nelle loro tesi i Giovani Imprenditori offrono un'idea innovativa sulla gestione delle risorse di Next Generation EU, il "tasso di conversione euro/futuro". «Proviamo ad assegnare questi fondi in base a un punteggio – propongono – più un progetto crea e assicura futuro, più merita di essere finanziato. Partendo da quattro punti cardine: giovani e donne, transizione energetica ed ecologica, connessioni, inclusione territoriale». In sostanza, nel pensiero dei Giovani Imprenditori - perfettamente allineati alla visione del presidente di Confindustria Carlo Bonomi, che si è tradotta nella proposta al Governo di un "nuovo Patto per l'Italia" - l'Italia vincerà la partita dei fondi europei se riuscirà a trasformarli in un "acceleratore di futuro" del sistema-Italia, per superare antichi ritardi della nostra classe politica ed errori strategici stratificati nei decenni. Di Stefano ricorda che, oggi in Italia, per 1 euro pubblico speso in Università ben 44 euro sono destinati alle pensioni. E lancia una suggestione: gli asili nido devono diventare il simbolo architettonico del nostro futuro.
I Giovani Imprenditori chiedono infine al Governo di aprire, a partire dalla prossima Legge di Bilancio, una "fase giovani" che preveda investimenti in innovazione, formazione e lavoro. Per poter supportare i giovani imprenditori di oggi, ma soprattutto quelli di domani. Non possiamo che condividere.
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