FARE CON GIOIA
sempre un varco aperto per l'ascolto della voce divina, come fa appunto Maria. Ebbene, Marta aveva esagerato con quell'essere «tutta presa» dal suo lavoro, ma certamente in esso metteva un germe di passione e di amore e questo è un seme che trasfigura il puro e semplice fare. Fortunati coloro che nel loro agire riescono a deporvi questa scintilla di gioia, di partecipazione, di creatività perché è solo così che il fare diventa umano e non è più una mera produzione. Alcuni sognano professioni ai loro occhi esaltanti, senza vederne le difficoltà nascoste dalle apparenze, e quindi maledicono l'impegno che hanno di fronte, rendendolo in tal modo più gravoso. E invece «l'amare il proprio lavoro - scriveva Primo Levi nel romanzo La chiave a stella (1978) - è la migliore approssimazione concreta della felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti riconoscono».