Da anni, in Umbria, il maestro e scrittore Franco Lorenzoni conduce un esperimento pedagogico improntato su educazione a inclusività, complessità, reciproco ascolto. Con i bambini condivide osservazioni e pensieri, di recente anche su quadri (gli affreschi di Giotto del ciclo di san Francesco ad Assisi). Dagli sguardi incrociati dei giovanissimi allievi, e dalle loro molte riflessioni e discussioni sui temi delle pitture, lui come pedagogo evince indizi per capire le psicologie dei bambini, e anche – così ha raccontato in un recente discorso tenuto in pubblico – trova ogni volta spunti di riflessione illuminanti, rivoluzionari. Per esempio: in uno degli affreschi giotteschi, quello in cui Francesco scaccia i demoni di violenza e discordia dalla città di Arezzo, si vede ai piedi della rocca su cui si erge la città, una spaccatura, scura e netta. Sul basso dell’immagine, quella faglia aperta del terreno si distingue chiara, salta agli occhi. In classe, Lorenzoni da mesi discuteva del tema delle migrazioni, e una bambina, osservando la linea della faglia ha commentato: «Il Mediterraneo è quella spaccatura: separa i poveri dai ricchi, e così crea demoni». La cultura dello sguardo genera idee, le moltiplica e le acuisce sino a renderle occasioni, di scoperte umane, di piccole grandi agnizioni.
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