Che effetto strano facevano i New Trolls, sul palco di Sanremo. Era il Festval dell'85. Per di più cantavano di una faccenda inattesa, il sogno di un emarginato che osava aiutare chi aveva bisogno. «Faccia di cane lascia la stazione... Ghiaccio a Natale sopra i marciapiedi, la donna grassa non si tiene in piedi e si fa piccola... La gente ride, ma lui le dà una mano e la riporta su... Fante di cuori, ormai non ci si crede quasi più...». Il protagonista di quell'anomalo pezzo sanremese non riusciva a realizzare le proprie utopie di solidarietà, e allora il figlio le portava avanti: solo che pure gli egoismi hanno la pelle dura, non soltanto gli ideali. «La gente cade, con una mano la riporta su... La gente ride, con uno schiaffo lui la sbatte giù...». Il risultato della gara? Ventesimi su ventidue. Però "Faccia di cane" possiede ancora forza, e cela pure un segreto. La forza è in quel refrain ancor oggi pesante: «Vorrei trovarci il sale, in questa città che prende a calci un cane mentre muore di fame, in questa città che affoga senza il mare...». Il segreto ora non è più segreto, ma nell'85 lo era: il co-autore del testo era Fabrizio De André. Un Faber che non volle fregiarsene in pubblico, ma scrisse l'ennesima canzone da leggere e magari ricantare a squarciagola davanti a chi, certe cose, non vorrebbe ascoltarle.