La partenza nella scorsa stagione non era stata granché. Però, dalla prima alla seconda puntata si era già notato un miglioramento. Quest'anno si potrebbe dire che si è fatto un ulteriore passo in avanti. Per assurdo, persino nella conduzione. Sembra infatti impossibile che Francesco Facchinetti possa risultare meglio di Gabriele Cirilli. Eppure è così. L'importante, dice qualcuno, è che abbia smesso di cantare: Facchinetti, ovviamente, non Cirilli. In ogni caso, l'ex Dj Francesco, va detto, se la cava ed è meno invadente del predecessore. La giuria, poi, essendo la stessa della scorsa stagione, appare molto più rodata, ogni componente ha un ruolo definito. Anche Selvaggia Lucarelli, ormai giurata di professione, non è più un pesce fuor d'acqua non trovando, a differenza di Ballando con le stelle, qualcuno con cui litigare. Qui, in Eccezionale veramente (il lunedì in prima serata su La 7) è accettata per la sua "cattiveria", che lentamente si è trasformata in voce critica sensata, anche perché, di contro a tutto il resto, il livello complessivo dei comici resta piuttosto basso, pur non mancando qualche eccezione. Paolo Ruffini (inteso come comico livornese) continua a fare il buonista e quindi il piacione per vincere facile. Diego Abatantuono fa il saggio sornione, in realtà è il boss. Questo talent dei comici è roba sua in quanto prodotto da Colorado Film di cui è uno dei fondatori. In questo caso ospitato da una rete a cui l'attore-regista non lesina elogi: «Grazie al grande Cairo si può dire tutto». Il problema è che lo dice a proposito del duo Villata e Perone, che impersonano due preti con battute che forse è meglio non riferire. Più che una caduta di stile è un precipitare verso il fondo. A conferma che il punto debole del programma sono proprio i comici e a tenere su la baracca è la giuria che ai tre fissi affianca ogni volta un volto o una coppia nota dello spettacolo e non solo: da Alex Zanardi a Simona Izzo e Ricky Tognazzi, a Enzo Iacchetti. C'è anche Roberto Lipari, vincitore della prima edizione, che guida il pubblico dietro le quinte a beneficio soprattutto degli sponsor. Il tentativo, infine, di cercare ascolti spostandosi dal venerdì al lunedì non sta pagando. L'ultima puntata, l'altro ieri, si è fermata a trecentosettantamila telespettatori con uno share inferiore al due per cento.