EstateLa disfida del Tiramisù nel Triveneto e il flop delle denominazioni
Dop (denominazione di origine protetta). Nel frattempo non sembra placarsi la guerra del cappero fra Salina e Pantelleria. Quale sarà il prossimo? Si preparino gli avvocati, mentre al ministero per le Politiche Agricole, dove sarebbero depositati gli elenchi dei Pat, non si vuole sentire parlare delle De.Co., le denominazioni comunali, che invece sarebbero il paciere ideale di queste diatribe. Nel caso vincerebbe il nome Tiramisù in quanto tale, riconosciuto sia a Tolmezzo sia a Treviso, ovviamente con ricette differenti. E così a Salina e a Pantelleria, secondo il principio che le identità esistono, così come ciascuno di noi ha un nome e un cognome. In quanto al prosciutto di Montagnana, l'ho sempre conosciuto con questo nome, così come conosco i produttori di quel paese e anche i ristoranti che lo servono con orgoglio all'interno di una delle città murate più belle d'Italia. Perché deve sparire il nome di origine da una denominazione? Secondo quali principi, se non quelli ipoteticamente commerciali (sai che fatica imporre un nuovo, lunghissimo nome)? Il sistema delle denominazioni in Italia fa acqua da tutte le parti, misto di pezze legislative che di fatto non hanno uniformato Dop e Igp. Dunque perché non riconoscere in un albo apposito ciò che già esiste da decenni e da secoli, per evitare di incorrere in mal di pancia talvolta ridicoli? Ma anche stavolta, dal ministero non arriverà risposta. Siamo in vacanza e c'è più di un motivo per sorridere sull'origine del Tiramisù. Perché dietro al vanto ostentato verso l'enogastronomia patria, il cibo e le ricette, che pure hanno creato economie importanti, sono folklore. Come si legge in questi giorni.