Il Napoleone di Stanley Kubrick è noto come il più grande film mancato di tutti i tempi. Così, The Greatest Movie Never Made, si intitola un imponente volume pubblicato nel 2009, nel quale è riprodotta una selezione del materiale raccolto per anni dal regista. Prima di essere abbandonato sul finire degli anni Sessanta, il progetto aveva infatti richiesto un colossale lavoro di documentazione, nel corso del quale Kubrick aveva acquisito un’incontestabile erudizione in tema napoleonico. Ne sono testimonianza i cassetti di schedario fitti di informazioni e di annotazioni sui personaggi storici dell’epoca, ma anche di ritratti delle singole comparse che il cineasta prevedeva di scritturare. Le scene di battaglia, in particolare, avrebbero dovuto impiegare non meno di cinquantamila persone, il corrispettivo di un vero esercito. E per servirsi di un esercito vero, quello della Romania, Kubrick aveva già stretto un accordo con il regime di Bucarest. Del film non si fece nulla, va bene, ma in tanta attenzione verso le comparse sopravvive il ricordo della riconoscenza che l’imperatore riservava a ogni singolo fantaccino della sua Armée. Del resto, sostiene Tolstoj in Guerra e pace, sono loro, le comparse, a fare la storia, mentre i protagonisti si illudono di tenere la scena.
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