Eric, detenuto da 34 anni ora è reporter per gli altri
«In Eric e in molti altri vediamo come la capacità di raccontare le esperienze dal carcere ha già abbattuto alcuni dei muri che erano stati costruiti intorno a loro — spiega Pasha di Pjp —. E la consapevolezza di far parte di una comunità di giornalisti carcerari ha dato loro un’identità che va ben oltre i crimini che li hanno definiti». Negli Stati Uniti, vive circa il 5% della popolazione mondiale e un quarto dei carcerati globali: 2,3 milioni di persone invisibili che formano un Paese nel Paese dal quale trapela poco o niente. Finley ha capito rapidamente l’importanza di far arrivare su Internet i problemi e le ingiustizie del suo universo: «Qui ognuno ha una storia da raccontare e sono tutte fondamentali per capire e magari cambiare il sistema criminale», spiega. Poi descrive un momento di gratitudine per la sua abilità di mettere una parola dietro l’altra per iscritto. «Lo scorso anno un uomo che conoscevo a malapena mi si è avvicinato. Antonio aveva più o meno la mia età, era rimasto disabile a causa di una ferita da arma da fuoco. In mensa, l’ho visto spingere il suo deambulatore verso di me. Ha notato che passo la maggior parte del mio tempo a scrivere, poi ha ammesso che lui non riesce a scrivere bene perché gli tremano troppo le mani. Mi ha raccontato che la morte di sua moglie l’ha lasciato con due figli piccoli e che, un anno dopo, è stato arrestato e condannato a otto anni. I bambini sono finiti nel sistema dell’affido. Dopo un anno di battaglia legale, aveva appena ottenuto il diritto di corrispondere con loro. Antonio ha condiviso con me tutte queste confidenze, poi coraggiosamente mi ha guardato negli occhi e mi ha detto: “Potresti aiutarmi a scrivere ai miei figli?”. Così, insieme, abbiamo preparato una lettera. Con l'aiuto di un'organizzazione luterana, è stata recapitata, e i bambini hanno risposto. Antonio era al settimo cielo. La sua gioia mi ha dato speranza che, quando uscirò di qui, forse potrò ritrovare mio figlio e dargli tutte le lettere che ho già scritto per lui». © riproduzione riservata