Fa una strana impressione, agli ex bambini milanesi degli anni 60, entrare oggi al Palazzo delle Scintille, che è poi il palazzo della Fiera di una volta, della Campionaria di aprile. Quella festa del boom economico cui si andava su tram affollati di famiglie vocianti, nel primo tepore della primavera. Il palazzo bardato di tricolori sventolanti era una orgogliosa esposizione di ciò che la giovane industria italiana sfornava: le Fiat 600, e congegni e macchinari di ogni genere, e gru, camion, betoniere per periferie da cementificare. A ogni banco però c'era una biro in omaggio, cartoline, spille che afferravamo, felici. Era una festa la Campionaria - e noi bambini non potevamo capire quale rivincita fosse, per i nostri genitori reduci dalla guerra. Oggi, in quello stesso palazzo. Frecce ovunque:“Vaccino Covid”. In molti abbiamo i capelli grigi. Un labirinto di corridoi candidi. Ai banchi, i pc sanno ogni cosa di noi: anno di nascita, codice fiscale, malattie. Un'organizzazione perfetta. Medici in camice bianco, box sterilizzati. L'iniezione, poi l'attesa di quindici minuti, prima di andare. Ci fanno sedere in una grande sala. Allora mentre aspettiamo guardiamo in su, e finalmente riconosciamo il tetto arcuato del vecchio padiglione della Campionaria. Dove ad aprile, bambini, giravamo chiassosi. Mio Dio, era proprio qui? Infine ci alziamo e torniamo, pensierosi, a casa.